Diario al tempo del coronavirus/ Massa Carrara, Casale Monferrato ed Ermes Ronchi

redazione

In cerca di sobrietà

Un appassionato della Parola sacra, un responsabile della Pastorale giovanile, un vescovo. Una riflessione, un'opportunità dal web e una lettera alla diocesi. Nel tempo del coronavirus, è il momento di parole dolci, severe ma desiderosi di abbraccio

Limitazioni, sobrietà negli stili di vita, recupero del tempo per sé. Anche dal coronavirus può nascere qualcosa di buono. È padre Ermes Ronchi, teologo dell’Ordine dei Servi di Maria, scelto nel 2016 da papa Francesco per guidare gli Esercizi spirituali di Quaresima, in un’intervista al Sir, a dirci che questo è un tempo che ci spinge a fare i conti con la nostra fragilità e precarietà, con «la consapevolezza che la mia esistenza e quella degli altri non dipendono da me; non sono io il padrone della vita. Basta un virus – ancorché con un nome regale – a metterla a rischio. Un virus che può aiutare tutti noi a purificarci dalla nostra indifferenza di fronte a questo mistero che la nostra società tenta di controllare e a volte “dominare” attraverso il progresso scientifico-tecnologico».

«Questa emergenza – assicura – è in realtà un invito a servire la vita ponendo fine alla superficialità, all’indifferenza, all’egoismo che fa mettere me al centro di tutto; quindi non dimenticando che tutto è dono. La salute e il buon funzionamento, oggi, delle cellule del mio corpo sono un dono da riscoprire; nulla è scontato o dovuto». Inoltre, osserva, c’è anche una lezione di solidarietà: «evito scelte irresponsabili e obbedisco alle disposizioni restrittive» perché «proteggendo me stesso proteggo i più deboli, i più esposti: anziani, adulti fragili, bambini malati».

Intanto le comunità si danno da fare. Un brano del Vangelo, ogni giorno sullo smartphone, da leggere, per riflettere in questo periodo di quarantena da coronavirus. È l’iniziativa denominata #panequotidiano, voluta dalla Pastorale giovanile della diocesi di Massa Carrara-Pontremoli, «per sentirci uniti anche in questi giorni dove siamo costretti a stare distanti». «Come cristiani – dichiara don Maurizio Manganelli, responsabile diocesano della Pastorale giovanile – dobbiamo vivere in modo fecondo questo tempo caratterizzato dal coronavirus e stare mai lontani dalla Parola di Dio che aiuta sempre a cogliere i segni di bene anche in mezzo alla confusione e alla paura. Se alla fine di tutto saremo diventati più attenti agli altri, più solidali con chi sta peggio, più capaci di metterci nei panni dell’altro, avremo vinto noi!». Usufruendo dei social network la pastorale giovanile diocesana condividerà una riflessione sul Vangelo del giorno e altri contenuti tramite facebook. 

Il vescovo di Casale Monferrato, mons. Gianni Sacchi, in una lettera alla diocesi diffusa attraverso il settimanale diocesano La Vita casalese, riflette a voce alta sulle opportunità che ci dona questo tempo di crisi. «Questa crisi sanitaria ci obbliga a uscire dal nostro individualismo e pensare che ogni nostro gesto e scelta può condizionare la vita di altri – osserva il pastore –. Questa normativa, che può sembrarci pesante e coercitiva, si origina dal fatto che noi tutti siamo legati a vicenda, sia che ci conosciamo, sia che non ci conosciamo affatto e le regole che ci vengono imposte sono strumenti efficaci per impedire la diffusione del contagio. Dalla responsabilità delle nostre azioni e dall’osservanza di quanto richiesto a tutta la popolazione dipendono la vita e la salute delle persone più deboli e anziane o malate anche se non le conosciamo. È un atto di grande civiltà rispettare le regole che ci hanno imposto per salvaguardare l’esistenza delle persone più fragili».