Un cammino di buona speranza

Gianni Di Santo

Un cammino di buona speranza

Sentieri e idee per una Chiesa in uscita nell’ultimo libro di Matteo Truffelli

Il viaggio che Matteo Truffelli consiglia di intraprendere ai lettori di questo suo nuovo libro non è una strada diritta e in discesa. Si imbatte in ostacoli lungo il cammino, si perde, a volte, in pit-stop involontari che però regalano la bellezza di ogni incontro, si ferma per soste rigenerative. Così Una nuova frontiera. Sentieri per una Chiesa in uscita (Ave, Roma 2020), non è solo la riflessione che il Presidente di Azione cattolica lascia agli aderenti al termine del suo mandato che è durato sei anni (la XVII Assemblea nazionale di Ac, che vedrà il rinnovo delle cariche elettive, sarà in programma dal 30 di aprile al 3 maggio 2020) ma è anche e soprattutto un “viaggio della coscienza”, un itinerario per un futuro che è già presente, in Ac, nella Chiesa italiana, nelle realtà associative e sociali in cui viviamo. 

Una via da seguire che è già esercizio di stile nuovo, perché il cammino che abbiamo davanti non è nel deserto, ma prende forza dal confronto con l’Altro, con gli altri, con i nostri fratelli, con un mondo che sembra alla deriva, con una Chiesa che non ha paura di sbagliare mettendosi vicino a chi non ce la fa, i più lontani, i più poveri.

Un libro che ha un suo faro: la fraternità. Che, come dice papa Francesco «è la nuova frontiera del cristianesimo». L’immagine che Francesco suggerisce e Truffelli riprende è suggestiva (e non è un caso che la copertina del volume ritragga proprio lo sbarco sulla Luna). Scorrono alla mente i ricordi di una grande leader mondiale del passato del secolo scorso, come il presidente americano John Fitzgerald Kennedy, che utilizzò la stessa metafora per descrivere le nuove conquiste a cui era chiamata l’umanità, come lo sbarco sulla Luna.

Una nuova frontiera non è altro che la nostra Luna da raggiungere, «è la promozione di un mondo più impastato di Vangelo e, per questo, più umano – scrive Truffelli nel libro –, in cui la fraternità, autentica impronta del Vangelo nel mondo, possa smettere i panni di promessa manca­ta della modernità». Ecco allora che pace, giustizia, solidarietà, ac­coglienza e cura di ogni vita, salvaguardia del Creato non sono ideali astratti, illusori: sono i punti cardinali con cui orientare il nostro stare nel mondo. Un’Ac in uscita è un’associazione che fa spazio a tutti, vive in periferia, promuove formazione missionaria, è al servizio dei poveri, abita la storia, fuori dalle mura domestiche.

In questo viaggio lungo le coordinate della fraternità Truffelli non si aggrappa solo alle parole, seppur seduttive e intriganti per nuove prospettive di impegno. Lo fa con i fatti (di Vangelo), raccontando quello che ha visto e conosciuto durante i suoi anni di Presidenza di Ac. In questo libro-viaggio si incontrano, su e giù per la Penisola, volti, persone, storie di comunità locali, esperienze di prossimità con chi nemmeno ce lo aspettiamo (come per esempio la dura realtà del carcere), occasioni dove la comunità di Azione cattolica è già oltre, già in cammino, lungo la strada di una nuova frontiera. Per dirla con le parole di Francesco: l’Ac è già in uscita.

La strada verso la nuova frontiera che abbiamo da­vanti a noi si compone allora di diversi sentieri, che si intrecciano tra loro. Il sentiero della fraternità interseca quello della missionarietà, «che ci provoca a uscire dagli spazi protetti dei nostri percorsi abituali, per condivi­dere con ogni persona la gioia di fare esperienza dell’a­more di Dio. Ci porta sul sentiero della popolarità, che ci fa scoprire la bellezza di metterci in gioco cammi­nando senza paura con tutti. E ci spinge ad abitare in maniera responsabile il nostro tempo e la nostra terra, offrendo a quel pezzetto di storia a cui apparteniamo la linfa vitale di una fede incarnata». 

Il viaggio di Truffelli ascolta sempre la voce di Francesco, guida infallibile. Perché è proprio il magistero di Francesco che ha obbligato a interrogarsi ripetutamente, e a fondo, sull’impegno dell’associazione nel mondo e nella Chiesa di oggi. 

E dove porterà questo viaggio? Matteo Truffelli ha le idee chiare. Come Chiesa, come Ac, suggerisce di inseguire l’orizzonte, per rispondere alle attese di bene di tante persone. È il momento di «lasciare da parte titubanze e timidezze, nostalgie e rassegnazione, per rispolverare l’ardore e la generosità, ma forse anche quel pizzico di giovanile sfrontatezza con cui, centocinquant’anni fa, Mario Fani e Giovanni  Acquaderni decisero di mettersi insieme a un gruppetto di altri giovani e di alcuni amici sacerdoti, per dare avita a qualcosa che non era mai esistito prima. È il momento di fare come loro, di spingerci verso una “nuova frontiera”».

Una nuova frontiera significa farsi promotori di fraternità dentro il nostro tempo. Essere solidali con i più lontani, i più poveri. Tessere alleanze, perseguire il bene comune, anche e oltre la sfera associativa. «Non possiamo allora accontentarci di sperimentare la fraternità in Ac, dobbiamo fare dell’Azione cattolica un’officina di fra­ternità per chi in Ac non troviamo. Perché se è vero che la fraternità s’impara, per così dire, in famiglia, è vero anche che la si sceglie e la si testimonia fuori delle mura domestiche». Essere missionari nel mondo, dunque, e non solo nel pianerottolo di casa.

Dovremmo imparare, spiega Truffelli, ad ascoltare il respiro del mondo, il battito del cuore dell’umanità che lo abita. «A partire dalla voce, espressa o inespressa, di coloro che incrociano la nostra strada e, a volte, ci costringono a modificare il viaggio, cambia­no i nostri piani, le nostre priorità. Ascoltare vuol dire lasciarci trasformare. Ascolto vero è solo quello che ci ferisce, che non ci lascia con le certezze di prima, ma apre squarci di dubbio e ci pone domande, invece che rafforzare certezze».

Un lungo viaggio che ci provoca a essere sempre di più seminatori di speranza, da cittadini, dentro le istituzioni, vivendo appieno le nostre esistenze, nella società, nei mondi lontani della povertà e dell’esclusione.

Il cammino è appena iniziato. Il futuro è una strada segnata di cui, forse, adesso, ancora non riusciamo a vederne i confini. 

Però c’è. Accompagna i camminatori di buona speranza. Insieme allo sguardo di un Dio che sorride.