Vocabolario della fraternità
Troppo spesso veniamo raggiunti da parole che offendono, dileggiano, oggettivamente brutte. Parole che non sanno più raccontare niente. La rete, i social, anche i media, sono preda di istinti incontrollati dove le parole disprezzano e incutono timore. Eppure, nel tessuto così fragile delle esistenze e dei cammini interiori dell’umanità, le parole possono, anzi debbono, ricostituirsi parte civile per un inno alla vita e al dialogo, rinnovandosi di giorno in giorno. Parole altre per immaginare il futuro.
È quello che prova a fare il nuovo numero di Segno nel Mondo (3/2024) disponibile da oggi on line e prossimo nelle case degli abbonati. Quello che cerchiamo, tra le parole sparse del nostro vivere quotidiano, è una parola, un verbo, un nome che diventi sostantivo – nel senso di “sostenere” – della cura di noi stessi e dell’altro.
Il vocabolario della fraternità
In un’estate avara di belle parole e dove il mondo continua a farsi la guerra, abbiamo pensato a un vocabolario della fraternità che dia slancio e speranza per il futuro. Papa Francesco è per tanti, non solo credenti, la guida autentica della fraternità: l’enciclica Fratelli tutti è davvero un testo che trasuda di fraternità e tenerezza verso l’umanità fragile e indifesa e andrebbe letto e riletto da soli, in compagnia, nelle comunità ecclesiali, al bar, allo stadio, all’oratorio.
La cultura dello scarto che Francesco denuncia si accompagna però a una possibilità di invertire la rotta. La fraternità va costruita ogni giorno, iniziando dalle buone pratiche e dalle belle parole.
Ecco perché il “nostro” vocabolario della fraternità assume, ancora oggi, stili e contenuti nuovi.
Le parole da declinare che abbiamo affidato ad alcuni giornalisti “credenti” sono: restanza, pace, memoria, buona notizia, cura, coltivare, orizzonti, frontiere, accoglienza.
Le parole “altre” che ci danno speranza
Alcune di esse sono parole note, altre hanno il pregio della novità o quantomeno si prestano a essere lette con un nuovo approccio sentimentale. Parole “altre” per immaginare il futuro, senza mai dimenticare chi si ha di fronte. Lo sforzo di immaginare una parola o un verbo nel suo lato generativo, avendo la cura di trattenersi il “per sé” quel poco che serve per donare letteratura e vita all’altro, a chi è “oltre da noi”.
Ecco che allora anche questo vocabolario della fraternità che la redazione di Segno tenta di scrivere su pagine bianche, ribalta le consegne della storia e si accontenta di un breve sorriso.
Una lettura diversa, con parole diverse. Proviamoci.
Le altre pagine di Segno
E sempre sulle parole “altre” si sofferma il resto della rivista. Le parole “altre” ascoltate a Trieste durante la 50ma Settimana sociale dei cattolici in Italia, quelle scritte all’interno del Documento assembleare dell’Ac, le parole di una scrittrice calabrese (presidente parrocchiale di Ac) e il significato della condivisione nella riflessione di don Michele Martinelli, assistente centrale per il settore giovani di Ac. E, infine, le tante parole che scorreranno tra i volti di chi si impegna per un’estate diversa, da passare insieme “agli altri”.