118. Con le mani e con il cuore

Rossella Avella con Mario Balzanelli

Il 118 nel mirino degli attacchi vandalici: sempre più spesso ambulanze e medici a bordo vengono attaccati. Solo nei primi giorni del 2020 si sono ripetuti più casi in tutta Italia, prima Sassari, poi Milano e infine tre attacchi a Napoli, consumati in 48 ore tra il 2 ed il 3 gennaio.

«Sono 1200 le denunce presentate dai camici bianchiper aggressioni – ha dichiarato il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli –. Si va da tentativi di strangolamento fino a vere e proprie spedizioni punitive, parolacce e insulti. Le aree più a rischio sono la psichiatria e il pronto soccorso, e i pericoli maggiori si corrono nel Mezzogiorno: le denunce arrivano al 72% nel Sud e nelle Isole e sale all’80% tra chi lavora al pronto soccorso. Fra le città, la maglia nera tocca a Napoli, in particolare le zone periferiche metropolitane sono tra i luoghi dove si verificano maggiormente questi episodi».

«Bisogna approvare al più presto una norma contro la violenza – ha sottolineato il ministro della salute Roberto Speranza –». Per questo motivo l’idea è quella di fornire i medici a bordo delle ambulanze degli occhiali di realtà aumentata per la sorveglianza; «questi consentirebbero di vedere dalla centrale operativa quello che vedono gli operatori – ha aggiunto il presidente del 118 Mario Balzanelli-. Pur tuttavia bisogna vedere se sono omologabili con le leggi sulla privacy».

 

Prof. Balzanelli, gli ultimi attacchi sono solo atti vandalici o manifestazioni di dissenso?

Purtroppo il 118 viene aggredito perché i soccorsi arrivano in ritardo e non arrivano con il personale a bordo adeguato. In caso di codice rosso l’arrivo presso il paziente di un mezzo di Soccorso del 118 con a bordo personale sanitario in grado di fare diagnosi e terapia di emergenza potenzialmente salvavita deve essere immediato, entro pochi minuti, definiti peraltro molto chiaramente dal legislatore: 8 minuti dalla chiamata in Centrale Operativa, in area urbana, e 20 minuti dalla chiamata, in area extraurbana. Al contrario, pare, dalle dinamiche emerse dalle testimonianze, che questi parametri temporali siano stati più che ampiamente disattesi. Nei casi più gravi questo significa morte certa. L’invocata riforma legislativa del 118 fu da noi chiaramente motivata perché si evitassero morti evitabili. Per questo motivo bisogna mettere il 118 nelle condizioni di poter operare nel migliore dei modi, aumentando il personale medico e infermieristico perché il pronto soccorso è quello che ti viene a salvare la vita a casa e il paziente ha bisogno delle migliori cure in quel momento.

 

Qual è il valore del soccorso nella nostra società?

Il soccorso è la figura principale di servizio alla vita e in quanto tale raffigura una logica di prossimità assoluta perché vede chinarsi verso chi muore o verso chi ha bisogno il meglio delle professionalità e le migliori risorse affinché l’evento morte con tutto il suo dolore possa essere contrastato e scongiurato. Ha una forte valenza anche di tipo spirituale. É chiaro che il soccorso coinvolge non solo chi sta soffrendo ma anche chi sta intorno a lui, quindi bisognerebbe avere la consapevolezza che chi sta intorno a lui viva questo come un momento aureo sul piano spirituale e credo bisogni afferire a questa dimensione con affetto e disponibilità per il loro contributo. Perché il soccorso rappresenta sempre una mano tesa nei confronti di chi soffre in quel momento, va fatto sempre e immediatamente, mettendoci la faccia, le proprie mani e il cuore. La figura del buon Samaritano – conclude – è quella che meglio rappresenta l’impegno di coloro che vivono dentro e fuori le ambulanze, mettendo in risalto la misericordia e la compassione cristiana da mostrare verso il nostro prossimo, chiunque esso sia.