Segni del tempo. Il sorriso dei giovani cambia il mondo
Segni del tempo. Il sorriso dei giovani cambia il mondo. La copertina del numero 4/2022 di Segno del mondo non poteva che titolarsi così: ai giovani, a questi giovani di oggi, con tutte le loro insicurezze e il loro coraggio, spetta il compito di dare una scossa al mondo un po’ sclerotizzato degli adulti. Circa 2mila responsabili ed educatori di giovani e giovanissimi di Ac, infatti, hanno reso indimenticabile Segni del tempo, l’appuntamento pensato per loro dal settore Giovani nazionale. Cuore dell’appuntamento, l’incontro con papa Francesco di sabato 29 ottobre: il testo integrale del discorso del Santo Padre apre questo numero della nostra rivista, mentre nel dossier troverete un’ampia ricostruzione dei tre giorni di riflessione e festa, nonché le parole dei vicepresidenti nazionali del settore Giovani, Emanuela Gitto e Lorenzo Zardi, dell’assistente nazionale del settore Giovani, don Gianluca Zurra, del presidente nazionale Giuseppe Notarstefano e dell’assistente ecclesiastico generale di Ac, mons. Gualtiero Sigismondi. Il dossier si arricchisce con le interviste con tre dei tanti ospiti che hanno animato i laboratori del sabato pomeriggio: don Giovanni Berti, Eraldo Affinati e don Mattia Ferrari. È il tempo giusto per essere giovani credenti, responsabili e credibili. È tutta qui la profezia che Francesco lascia ai giovani di Ac. A questa nuova generazione il compito di essere credenti nella fede, responsabili nella città e credibili con il prossimo. La fraternità non è un frutto proibito, ma è davvero a portata di mano.
Un altro dossier speciale sulla politica rende unico questo numero di Segno. L’Azione cattolica italiana ha seguito passo passo la campagna elettorale, offrendo a soci, simpatizzanti e a chiunque volesse informarsi materiali e contenuti on line per riflettere sulle grandi sfide che attendono la politica. Anche la rivista culturale Dialoghi, attraverso le proprie pagine e momenti seminariali, sta aiutando l’associazione a leggere questo tempo della vita politica, sociale ed economica. È inoltre di pochi mesi fa un numero di Segno nel mondo con un ampio dossier sul cattolicesimo democratico. Un impegno finalizzato a tenere in altissima considerazione la sfera politica e l’impegno pubblico, in una curva della storia che interpella i credenti e tutte le persone di buona volontà.Non sorprende dunque che, a poche settimane dalla nascita del nuovo governo, Segno analizzi temi e problematiche che attraversano la legislatura e l’esecutivo. Un dossier ricco che si apre con una intervista al presidente nazionale Giuseppe Notarstefano, anticipata nei giorni scorsi sui canali on line dell’associazione. Ma anche un focus sul rapporto tra Governo e Ue, la tanta strada ancora da fare per le donne italiane riguardo la politica, la cittadinanza ai minori stranieri, la vera sfida della sanità, la scuola, per finire con una lettera che una “famiglia normale” scrive al nuovo Governo.
È tempo di Avvento. Don Francesco Marrapodi, assistente centrale dell’Acr, ci introduce al tempo liturgico dell’Attesa spiegandoci come l’incarnazione del Figlio di Dio ci manifesta il canto d’amore del Padre per ciascuno dei suoi figli. Indicandoci la possibilità di sperimentare nuove vie affinché tutti noi possiamo compiere gesti credibili, che guardano ai dimenticati, ai disperati, ai poveri. C’è anche l’Avvento visto da un laico. Andrea Michieli, direttore dell’Istituto di Diritto internazionale della pace, "Giuseppe Toniolo", scrive che la determinazione nel compiere il bene possibile – la speranza – ha bisogno di questo tempo di attesa. Abbiamo ancora una volta bisogno di vedere che Gesù abita in noi perché anche noi possiamo tornare a essere suoi profeti di pace.
Per la rubrica “Perché credere”, don Gianluca Zurra offre una lettura sulla fraternità: termine che va riconsiderato nella sua grande ricchezza di unico abbraccio universale che accoglie tutti, diversi, fratelli e sorelle in umanità.
Chiude il numero la foto della quarta di copertina. La pace a ogni costo. Una colomba con un ramoscello d’ulivo tiene insieme i colori delle bandiere simbolo dell’Ucraina e della Russia. Perché la pace, è davvero anche “affar” nostro.