Christus vivit, Francesco scrive ai giovani
Si chiama Christus vivit, si compone di nove capitoli e 299 paragrafi. È l’esortazione apostolica di papa Francesco presentata alla stampa il 2 aprile e destinata a tutti i giovani e al popolo di Dio che però ha un lungo cammino alle spalle. Inizia il 13 gennaio 2017, quando viene pubblicato il Documento preparatorio del Sinodo. L’invito del Papa viene raccolto dal Seminario internazionale sulla condizione giovanile nel mondo organizzato a Roma, nel settembre 2017, dalla Segreteria generale del Sinodo. Poi, nel marzo 2018, c’è una riunione pre-sinodale con 300 giovani arrivati da ogni parte del mondo. A tutti loro, il Papa chiede di osare “sentieri nuovi”, uscendo dalla logica del “si è sempre fatto così”. I frutti della riunione pre-sinodale vengono raccolti in un documento conclusivo che il 25 marzo 2018, Domenica delle Palme, viene consegnato nelle mani del Papa. L’Instrumentum laboris viene poi presentato alla stampa il 19 giugno 2018, un lungo lavoro di sintesi, integrato con oltre centomila risposte fornite dai giovani al questionario on line lanciato, nei mesi precedenti, dalla Segreteria generale del Sinodo. Sette le parole-chiave che emergono dall’Instrumentum: ascolto, accompagnamento, conversione, discernimento, sfide, vocazione e santità. Nell’ottobre 2018, infine, si svolge il Sinodo sul tema I giovani, la fede e il discernimento vocazionale: molti giovani prendono la parola in aula e le loro riflessioni convergono nel Documento finale.
Una Chiesa giovane è una Chiesa che si lascia rinnovare. «Chiediamo al Signore che liberi la Chiesa da coloro che vogliono invecchiarla, fissarla sul passato, frenarla, renderla immobile – scrive papa Francesco nella esortazione post sinodale Christus vivit–. Chiediamo anche che la liberi da un’altra tentazione: credere che è giovane perché cede a tutto ciò che il mondo le offre, credere che si rinnova perché nasconde il suo messaggio e si mimetizza con gli altri. No. È giovane quando è se stessa, quando riceve la forza sempre nuova della Parola di Dio, dell’Eucaristia, della presenza di Cristo e della forza del suo Spirito ogni giorno. È giovane quando è capace di ritornare continuamente alla sua fonte».
La Chiesa è giovane quando mostra il coraggio di essere diversa, quando indica l’impegno per il bene comune, l’amore per i poveri, l’amicizia sociale.
Una Chiesa giovane è senz’altro una Chiesa attenta ai segni dei tempi. Capace di raccogliere la visione e persino le critiche dei giovani. Tanti giovani, spiega bene il Papa nell’esortazione, si sentono lontani da una certa idea di Chiesa che non nasce da un disprezzo acritico e impulsivo, ma affonda le radici anche in ragioni serie e rispettabili. Francesco elenca “queste” ragioni: gli scandali sessuali ed economici; l’impreparazione dei ministri ordinati che non sanno intercettare adeguatamente la sensibilità dei giovani; la scarsa cura nella preparazione dell’omelia e nella presentazione della Parola di Dio; il ruolo passivo assegnato ai giovani all’interno della comunità cristiana. E, quindi, per essere credibile agli occhi dei giovani, la Chiesa a volte ha bisogno di recuperare l’umiltà e semplicemente ascoltare, riconoscere in ciò che altri dicono una luce che la può aiutare a scoprire meglio il Vangelo. «Una Chiesa sulla difensiva, che dimentica l’umiltà, che smette di ascoltare, che non si lascia mettere in discussione, perde la giovinezza e si trasforma in un museo». Viceversa, una Chiesa viva può reagire prestando attenzione alle novità che provengono dal mondo dei giovani, alle legittime rivendicazioni di giustizia e uguaglianza.
I giovani non sono solo il futuro del mondo. Bensì il presente, perché lo stanno arricchendo con il loro contributo. E allora arriva l’abbraccio di papa Francesco: «non lasciare che ti rubino la speranza e la gioia, che ti narcotizzino per usarti come schiavo dei loro interessi. Osa essere di più, perché il tuo essere è più importante di ogni altra cosa. Non hai bisogno di possedere o di apparire. Puoi arrivare ad essere ciò che Dio, il tuo Creatore, sa che tu sei, se riconosci che sei chiamato a molto. Invoca lo Spirito Santo e cammina con fiducia verso la grande meta: la santità. In questo modo non sarai una fotocopia, sarai pienamente te stesso».
«Cari giovani – conclude così l’esortazione papa Francesco – sarò felice nel vedervi correre più velocemente di chi è lento e timoroso. Correte attratti da quel Volto tanto amato, che adoriamo nella santa Eucaristia e riconosciamo nella carne del fratello sofferente. Lo Spirito Santo vi spinga in questa corsa in avanti. La Chiesa ha bisogno del vostro slancio, delle vostre intuizioni, della vostra fede. Ne abbiamo bisogno! E quando arriverete dove noi non siamo ancora giunti, abbiate la pazienza di aspettarci».