Diario al tempo del coronavirus/ Potenza

Ada Serra

Diario al tempo del coronavirus/ Potenza

La speranza inaspettata

 

«Non dobbiamo farci cogliere impreparati! Prima mancavano le mascherine, poi i tamponi. Ora inizia a mancare il pane»: è l’appello di Marina Buoncristiano, responsabile della promozione Caritas dell’arcidiocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo, raggiunta telefonicamente da Segno nel mondo mentre è impegnata nella preparazione dei pacchi viveri per famiglie in difficoltà. Con 235 casi positivi e 10 morti (fonte: Regione Basilicata, aggiornamento del 2 aprile 2020), la Basilicata è una delle regioni con meno contagi da Covid-19. Le conseguenze economiche delle restrizioni imposte per l’emergenza, però, sono pesanti come altrove. «In queste settimane, abbiamo visto un incremento di almeno il 15 per cento di richieste – prosegue la Buoncristiano – Nei prossimi due mesi prevediamo di superare il 30 per cento. Speriamo di fermarci lì, in una regione storicamente prostrata a livello economico e sociale. Le misure del Governo possono aiutare e stiamo lavorando in rete con Comune e altre istituzioni. Però è necessario snellire la burocrazia per l’erogazione degli aiuti: in quindici giorni la situazione a livello economico è precipitata e oggi ci preoccupa la tenuta sociale». La responsabile promozione della Caritas di Potenza racconta di ristoratori storici, piccoli commercianti e artigiani che, dopo alcune settimane di chiusura, faticano a pagare le utenze e rispettare i pagamenti con banche e fornitori. Molti lavoratori saltuari o in nero, poi, non hanno alcuna forma di tutela. «La loro richiesta è timida: non sono abituati a chiedere. Passata l’emergenza, vorranno riprendere a lavorare. Non dobbiamo farci trovare impreparati a questa richiesta!».

La Caritas di Potenza dal 2006 ha la propria sede nel rione periferico Bucaletto, nato dopo il sisma del 1980 per ospitare i terremotati in prefabbricati in legno. La maggioranza di loro negli anni ha abbandonato l’area, oggi abitata da famiglie in difficoltà economica e stranieri. In un contesto di forte svantaggio, la Caritas ha promosso la nascita di un centro di aggregazione e orientamento per le famiglie, un ambulatorio farmaceutico solidale, la prima biblioteca del quartiere, un roseto e un orto curato da ragazzi e genitori della scuola. «In queste settimane prepariamo senza sosta e consegniamo a domicilio pacchi viveri, con forniture di disinfettanti – riferisce ancora la Buoncristiano – I centri di ascolto diocesano e parrocchiali sono attivi, nel rispetto delle prescrizioni di sicurezza. Stiamo pagando molte utenze di gas e luce e farmaci con fondi Caritas. Anche l’emporio solidale è operativo e abbiamo inserito cinque nuove famiglie in questi giorni». 

Mentre aumentano i bisogni, cresce anche la solidarietà. «Stamattina abbiamo ricevuto 120 kg di formaggio fresco da un produttore e nel pomeriggio una fornitura di cornetti surgelati – sottolinea la responsabile promozione della Caritas di Potenza – Alcuni notai lasciano buoni spesa nei supermercati per famiglie segnalate dalla Caritas, la Fondazione Banco di Napoli ha messo a disposizione 200 panieri di spesa e Cgil, Cisl e Uil hanno indetto una raccolta fondi per le sei diocesi lucane». I segnali di speranza che più confortano gli operatori sono quelli inaspettati: «Alcuni ragazzi che seguiamo nel doposcuola sono venuti al prefabbricato che ospita il centro Caritas, armati di mascherine, e si sono messi a disposizione come volontari. La stessa cosa hanno fatto alcune mamme straniere. Una di queste persone è affianco a me ora e ci aiuta nella realizzazione dei pacchi. Il loro desiderio di “restituire” il bene ricevuto ci riempie di gioia», conclude Marina Buoncristiano.