Fratelli tutti. Un noi più grande
Fratelli tutti. Un noi più grande
Consultabile on line e a breve inviato agli abbonati, il numero 4/2020 di Segno nel mondo
C’è un tema che attraversa insistentemente la nuova enciclica del Papa, come una sorta di filo rosso: la parola sogno. Con Fratelli tutti, infatti, Francesco invita e incoraggia tutte le persone di buona volontà, afferma Matteo Truffelli in apertura del dossier del numero 4/2020 di Segno nel Mondo – consultabile subito sulla piattaforma web segnoweb.azionecattolica.it, su App per Android e Ios e tra qualche giorno anche in cartaceo agli abbonati – a pensare e costruire insieme un futuro diverso, migliore, coltivando la speranza di dare vita a «un’altra umanità». Per quanto apparentemente irrealizzabile, la fraternità si rivela come l’unica strada realmente percorribile, «l’unica via di uscita» che possiamo imboccare «davanti a tanto dolore, a tante ferite». E se Maurizio Ambrosini invita a vivere una fraternità aperta, senz’altro un messaggio controcorrente, che suona dirompente in questo mondo di nazioni e di individui ripiegati su se stessi, Giuseppe Notarstefano richiama la scelta, esigente e umile, di radicarci nella vita delle persone aiutandole a scoprire il valore della comunità, «di quell’itinerario in salita dall’io al noi che ci impone di essere molto di più che una rete di soci, molto di più che un’agenda di appuntamenti e iniziative, ma un dinamismo fraterno di condivisione solidale che esige sobria gratuità e delicata dedizione alla vita di tutti».
Sempre sulla scia del pontificato di Francesco. Così il tanto atteso evento The economy of Francesco di novembre ad Assisi, seppur in via telematica, è un passo significativo nella direzione di rendere i giovani protagonisti del loro futuro. Per una terra e un creato da custodire, aiutati da un’economia sostenibile.
E ancora storie di ordinaria solidarietà nelle altre pagine della rivista. In un borgo nel cuore della Ciociaria, una famiglia di circensi non possono fare gli spettacoli causa Covid. A Segno nel mondo raccontano la loro meraviglia per l’aiuto che stanno ricevendo dalla gente del posto. Perché́ la solidarietà̀ si fa anche fuori dal pianerottolo di casa. Così come la storia dell’emittente radiofonica di Borgo Mezzanone, che trasmette programmi con il contributo attivo dei migranti. O il progetto Jir, a Milano, che si propone di offrire un riparo ai comunicatori di tutto il mondo minacciati o in pericolo per il loro lavoro.
L’intervista centrale è con Morena Baldacci, teologa e liturgista, che ha scritto un interessante libro su Il Padre Nostro per i piccoli. «Nella liturgia delle domus ecclesiae, nei primi anni del cristianesimo – spiega Baldacci a Segno nel mondo – la casa è santuario, la mensa è memoriale, il padre e la madre sono celebranti, gli stessi ministeri sono declinati in chiave “familiare” (il vescovo è padre). E i gesti sacramentari sono essenzialmente domestici». Recuperare questa liturgia dell’essere famiglia è il primo passo che attende i cristiani. Anche con l’aiuto della “preghiera delle preghiere”.
Come di consueto chiudono il giornale le due rubriche sul Primato della vita, questa volta incentrata sul lavorare bene per vivere meglio, e Perché credere, con una riflessione sulla coscienza. «Dovremmo riabituarci innanzitutto all’ascolto dell’altro – scrive l’assistente nazionale per il Msac – passando attraverso l’ascolto di sé e della propria coscienza. Si parla tanto di una società liquida, ma personalmente temo più una società sorda».
L’editoriale, come ideale sponda per vivere appieno il Natale, è del vescovo Gualtiero Sigismondi, assiste ecclesiastico generale di Ac. Il periodo storico attuale, tra emergenza e provvisorietà, chiede di osare, cioè di ravvivare la consapevolezza di essere “prigionieri” della speranza, non suoi “carcerieri”. La portata del cambiamento in atto, già irreversibile prima della pandemia, sollecita a ridare vita al fuoco di questo desiderio, «rimuovendo la cenere dell’ansia non solo con il “mantice” dell’ottimismo, ma anche con il “soffio” dello spirito».