Ninina, la Bianca e gli adultissimi che il Covid ci ha portati via...

Red

Anche l’Ac ha pagato un costo pesante di vite umane in questo tempo. E come in tutto il Paese, anche in associazione il virus si è accanito sui nostri anziani, le “adultissime” e gli “adultissimi­”. Le sorelle e i fratelli minori di Armida Barelli e Carlo Carretto. Ricordiamo due adultissime scomparse per Covid ma astraendole dalla loro parrocchia e dalla loro diocesi: Ninina e Bianca sono brianzoli e sanniti, di terraferma e isolani, metropolitani e provinciali, di mare o di montagna. Il luogo principale che ha segnato la loro vita è l’Ac.

«Sto meglio, sto meglio, respiro meglio di ieri, salutami “i miei ragazzi”». I “ragazzi” siamo noi, che di anni ne abbiamo 40 e 50. Rimasti ragazzi e giovani solo negli occhi di Ninina. Che ci ha messo addosso l’abito della prima comunione piangendo come fossimo i bimbi più belli mai mandati da Dio in terra. Che ci ha spiegato come si entra in una Chiesa. Puoi sentire ancora la voce: «Prima il ginocchio destro a terra, e poi il segno della croce piano piano, non è che ti devi lavare la faccia…». Facciamo ancora così, noi “ragazzi”, proprio come diceva Ninina. Perché ce lo diceva col sorriso, e il sorriso educa.

«Sto meglio, sto meglio…» e invece il giorno dopo la doccia gelata. Crisi respiratoria. Addio Ninina. Niente esequie nella chiesa che ha costruito, ma costruito davvero, non è una metafora. Con ago e cotone da sarta e cuore di fede granitica. Lacrime tante, incontrollabili, in quel veloce passaggio in cimitero. I “ragazzi” c’erano, ciascuno a un metro e mezzo dall’altro, in realtà abbracciati alle figlie e ai nipoti. Un quartiere in silenzio, che chiude quel che resta di attività già chiuse per salutare la mamma e nonna di tutti.

I suoi “ragazzi” ora devono raccontare la fede semplice di Ninina. E la proverbiale «lasagna di Ninina». La regina delle tavolate. L’inizio di ogni banchetto. I primi pezzi ai giovanissimi, perché non ne mancasse proprio a loro, che dovevano imparare presto il discrimine tra nutrirsi, mangiare qualcosa e mangiare in Ac. Perché un sorriso educa, ago e cotone educano, ma anche la lasagna perfetta di Ninina educa.

Pure una bicicletta, in realtà, educa. Come la bicicletta della Bianca. Già, “la Bianca”. Il Covid l’ha portata via nell’ultima parte della prima ondata, dopo un lungo ricovero e un improvviso peggioramento proprio quando sembrava aver superato pure questa prova.

Girava ancora in bicicletta, alla sua nobilissima età, la Bianca, e portava a casa degli adultissimi di Ac del centro storico gli inviti e le lettere con le comunicazioni che i soci più giovani ormai prendono da internet e dai social. Pacatezza, ascolto, riguardo, cura amorevole, fedeltà agli impegni, dialogo, mitezza… doni che venivano fuori come naturali, che si trattasse di preparare il convegno diocesano degli adultissimi o di dare una mano col marito alla casa alpina, che si trattasse del coro parrocchiale o della Casa della Carità. Dopo le esequie in forma privata, le dimostrazioni di affetto e vicinanza si sono moltiplicate, come un’onda che cresce piano piano e senza far rumore. Perché le vite donate insegnano la gratitudine.

Con Ninina e Bianca, Segno vuole ricordare tutti gli adultissimi che il Covid ci ha portato via: papà, mamme e nonni che ci hanno scelti come figli e nipoti con amore gratuito e libero. Grazie.