L'enigma di questo "tempo sospeso"
Siamo andati a letto “immuni” e ci siamo svegliati “contagiati”. Convivenza e conflitto ci inseguono ormai nelle nostre vite.
Due libri, appena pubblicati, ci suggeriscono strade verso la felicità, nonostante questo “tempo sospeso” che dovremmo imparare ad accettare e provare a cambiare
La vita (in)attesa. Per ritrovarci, dopo la pandemia. Se non fosse un’esigenza etica collettiva e individuale a coltivare questo impegno e, per chi crede, una surplus di disponibilità a lasciarci provocare dal Vangelo, soprattutto in questo tempo sospeso, saremmo tentati di credere che La vita (in)attesa. Per ritrovarci, dopo la pandemia non sia il nuovo libro per l’Ave di Luca Alici, ma uno slogan pubblicitario.
Siamo andati a letto “immuni” e ci siamo svegliati “contagiati”, scrive il filosofo Luca Alici nel libro, quasi un diario, dedicato alla nostra vita appesa, per pandemia, su una bilancia. Un diario personale che entra dentro le ansie e le domande di questi giorni, scritto davvero molto bene (e questo non è un fatto scontato), dove la parola segue il pensiero in un dialogo serrato tra convivenza e conflitto.
Il tempo sospeso è quello che stiamo vivendo. E, forse, costruendo insieme. Strade affollate divenute deserte. Cieli solitamente trafficati come vie nelle ore di punta tornati improvvisamente vuoti. Binari di norma aggrediti da treni veloci o convogli regionali saturi di pendolari, adesso quasi abbandonati a sé stessi. Scuole e università spettrali. Fabbriche, negozi, uffici chiusi e spenti. Chiese abitate solo da Dio. Il silenzio dei cellulari.
Convinti di aver costruito ambienti sterili nei confronti dell’inatteso, da questo inatteso siamo stati colti di sorpresa, trovandoci mentre stavamo trasferendo la nostra vita quasi del tutto online, in un ibrido entusiasmante e pieno di possibilità. Quando un microrganismo si è spostato da una natura assediata e sfruttata a una metropoli 5G, fino ad arrivare a un villaggio globale oramai saturo, lo scenario si è nuovamente rovesciato: “virus” non ha più significato ciò che attacca i nostri sistemi informatici, ma di nuovo ciò che minaccia i nostri corpi.
Torneremo a vedere, dopo questa esperienza, l’essenziale? Perché la pandemia ci ha fatto capire che qualcosa stava scricchiolando, mentre facevamo finta di non sentire.
Il libro di Luca Alici non è (solo) un diario, personale e familiare, scritto per non dimenticare. Non è (solo) un racconto di quel che nel mondo è accaduto proprio quando il mondo pensava non potesse mai accadere. È in realtà una sorta di incontro, senza assembramento, attorno alle righe e alle parole, tra generazioni diverse e sguardi diversi, per crescere tutti insieme nella consapevolezza che questa occasione drammatica possa essere uno spartiacque.
Sapremo accettare questa sfida? Le pagine del libro vogliono essere un piccolo viaggio per provare a rispondere a questa domanda.
Per altre strade, ma convergenti con quella di Alici, Franco Angeli ha pubblicato La scienza dei conflitti sociali, un libro che indaga scientificamente, ma anche qui, attraverso una piacevole lettura, sui conflitti sociali che si possono prevenire ma anche spegnere sul nascere.
I due coautori, Sandro Calvani, esperto di politiche per lo sviluppo sostenibile e per tanti anni a servizio dell’Onu e della Caritas, e Valerio Capraro, giovane docente presso la facoltà di Economia dell’Università del Middlesex di Londra, tra i ricercatori sociali più citati al mondo e centomila followers su facebook, che si occupa di "cooperazione, altruismo e onestà", ci raccontano cosa insegna la ricerca sulle divisioni politiche, l’immigrazione, la violenza sulle donne, le fake news. Il libro, già un successo con la sua quarta ristampa a un mese dall’uscita, usa il metodo scientifico per spiegare le origine psicologiche, biologiche ed economiche di alcuni conflitti più divisivi della società e, di conseguenza, proporne delle possibili soluzioni. Una lettura forte, che va a toccare alcuni dei nervi scoperti dell’umanità.
Convivenza e conflitto, anche qui i termini usati da Alici. Se alcuni fanno finta di non accorgersi, altri li riconoscono ma non accettano l’idea che possono ridurli. In questo modo il conflitto cresce e devasta la società. Calvani e Capraro ci accompagnano per mano ad evitare di restare intrappolati nei conflitti quotidiani, per recuperare la prospettiva dell’insieme e per superare le frammentazioni.
Perché, in fondo, la ragione, la scienza e l’umanesimo non sono altro che strade possibili verso una maggiore felicità.