A pochi mesi dal voto, un po' più europeisti
Notizie importanti giungono dall’Europa, a pochi mesi dal voto. Le 167 pagine diffuse oggi a Bruxelles dall’Ufficio studi dell’Eurocamera e l’Ufficio stampa sui risutati delle proiezioni che sono state effettuate rielaborando quelle di autorevoli istituti demoscopici nei 27 Paesi dell’Unione, descrivono un quadro politico dove in Europa la maggioranza è ancora europeista. Questi i risultati: in Francia il movimento En Marche cresce (23,5% dei voti) e distacca Rn di Marine Le Pen (19,4%). In Germania la Cdu/Csu di Angela Merkel raccoglie un terzo dei voti (33,0%); bene i Verdi, secondo partito (19,0%); seguono i Socialdemocratici (18,0%), mentre la destra conservatrice ed euroscettica di Afd si ferma al 10%. Significative le novità in Polonia dove la Piattaforma civica (centrodestra europeista) arriva al 37,5% e supera di slancio il partito di governo euroscettico PiS (36,3%). In Spagna il Partito socialista è saldamente al primo posto, seguito da Popolari e Ciudadanos.
Maggioranza europeista a Strasburgo? Pare di sì. In Italia cresce ancora la Lega (33,3% di voti), calano i Cinquestelle (24,3%,), un po’ il Pd (16,9%), lieve aumento per Forza Italia (9,1%), stabile Fratelli d’Italia (4,4%). Tutte le altre forze politiche restano sotto allo sbarramento del 4%. In Italia le elezioni si terranno il 26 maggio, mentre in Europa si vota dal 23 al 26 maggio. Dal confronto con i dati precedenti, l’Italia si conferma, assieme all’Ungheria, il Paese più euroscettico d’Europa. In tutti gli altri Stati le proiezioni confermano maggioranze elettorali a partiti a vario titolo considerati “europeisti”.
In un articolo pubblicato dall’agenzia Sir, il presidente nazionale di Ac, Matteo Truffelli, scrive che «occorre ribadire che l’Unione europea potrà sopravvivere solo se sarà capace di fare un balzo in avanti. Se cesserà di essere “soltanto un sistema di alleanze o una coalizione di interessi”, per diventare “una comunità di destini”, a partire dai temi unificanti della crescita, del lavoro, della centralità della persona, della tutela della famiglia, della solidarietà, della lotta alla povertà, della riduzione delle diseguaglianze sociali. Questo significa anche – ed è una seconda sottolineatura, presente anche nel recente manifesto redatto dalle associazioni che aderiscono a Retinopera – che è sempre più urgente identificare gli indispensabili cambiamenti istituzionali di cui l’Europa ha bisogno per potersi rilanciare politicamente (sugli stessi argomenti presenti nell’articolo ricordiamo che il nuovo numero di Segno nel mondo 1/2019 ha dedicato un intero dossier, ndr)». Ma è ancor più necessario, conclude Truffelli, «che le istituzioni europee riguadagnino credibilità agli occhi dei propri in cittadini facendoli sentire rappresentati, raccogliendone ed esprimendone le istanze, i bisogni, le aspirazioni e le capacità. Abbiamo bisogno di istituzioni che siano più vicine alla gente e non solo ai governi, alle burocrazie o ai poteri economici. Abbiamo anche bisogno, però, di cittadini più vicini all’Europa. Per rilanciare il “cantiere Europa” occorre più partecipazione, più senso di responsabilità, più coinvolgimento, razionale ed emotivo, da parte dei cittadini europei. Tocca innanzitutto a noi, ai cittadini, rilanciare il progetto europeo, riscoprendo le ragioni del nostro stare insieme: quelle storiche, che sono ragioni di pace, di affermazione dei diritti, di arricchimento culturale, e non solo di benessere economico, e quelle che derivano dalle tante nuove sfide che abbiamo davanti. Senza arretrare, senza rinunciare a fare del nostro continente uno spazio di promozione dei diritti, della libertà, della giustizia sociale. Non solo per noi, ma anche per gli altri continenti, a partire da quelli che si affacciano sul Mediterraneo».