Pandemia e nuovi poveri: ecco cosa fa l'8xmille
«Tutto ciò che riguarda occhi, mani e pancia mi emoziona sempre»: è la testimonianza di Gianni Vukaj, regista della docu-serie Fai da te in onda su Tv2000. Il racconto di otto storie di rinascita che vanno oltre la povertà e la disperazione. Con l’aiuto dell’8xmille
Nel 2020 l’occupazione ha registrato un calo di 841mila occupati rispetto al 2019. Li hanno chiamati i “nuovi poveri” e in questa categoria rientrano tutte quelle persone che prima della pandemia, anche se con qualche difficoltà, riuscivano a mantenere le proprie famiglie. Poi il buio, la miseria e la paura di non potercela fare. Tante famiglie così hanno dovuto chiedere aiuto alla Caritas che in questi mesi con grande impegno è riuscita ad assistere migliaia di persone.
La Cei, con alcuni progetti finanziati dall’8xmille destinato alla Chiesa cattolica in questi mesi, sta seguendo le ricadute che la pandemia e la crisi economica conseguente hanno avuto sulla società. Ogni anno, grazie alle firme dei contribuenti, infatti, si realizzano, in Italia e nei paesi più poveri del mondo, oltre 8.000 progetti che vedono impegnati sacerdoti, suore e i tantissimi operatori e volontari che quotidianamente rendono migliore un paese reale, fatto di belle azioni, di belle notizie. Destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica equivale, quindi, ad assicurare conforto, assistenza e carità grazie a una firma che si traduce in servizio al prossimo. Per questo la Chiesa cattolica, ogni anno, si affida alla libertà e alla corresponsabilità dei fedeli e dei contribuenti italiani per rinnovarla, a sostegno della sua missione.
Ma come far vedere all’esterno ciò che sta accadendo dietro le mura delle varie diocesi?
Ecco che nasce Firmato da Te. Una docu-serie che ha portato gli spettatori all’interno di questi progetti, guidati dallo sguardo del regista Gianni Vukaj che con delicatezza ha raccontato otto storie di speranza e rinascita. «Tutto ciò che riguarda occhi, mani e pancia e tutto quello che riguarda la persona, mi emoziona sempre. Nel mio lavoro cerco sempre di raccontare questo proprio per trasmettere le emozioni che provo in prima persona. Per me ogni storia è una storia, e vale sempre la pena raccontarla».
Tra queste c’è quella della Caritas di Prato dove donne di ogni età si sono rimesse in gioco con Il Laboratorio. «Abbiamo offerto un servizio per il recupero di persone che vivono in condizione di disagio sociale. Quest’iniziativa inoltre ha rappresenta un’opportunità per un reinserimento concreto nel mondo del lavoro di tante persone – ha raccontato Beatrice Conti a Segno –. Nello specifico, lo staff de Il Laboratorio si è impegnato nella realizzazione artigianale ed esposizione di articoli da regalo, bomboniere, arte sacra, legatoria di ogni genere, sartoria, produzioni di monili».
«Le persone quando arrivano hanno sempre gli occhi tristi, il volto impaurito. Il tempo che trascorrono con noi, solitamente dai 3 ai 6 mesi, e in questo tempo anche se non si può imparare a tutti gli effetti un mestiere partendo da zero, si impara sicuramente a mettersi in gioco – ha continuato Beatrice –. Questo è l’aspetto più importante perché le persone che arrivano qui non hanno più voglia di combattere però quando vanno via hanno più forza».
Ad Ariano Irpino (Av), grazie sempre ai fondi dell’8xmille, invece, è nata Dream, una pizzeria dove lavorano ragazzi con disabilità. «Ogni volta che parlo di Dream mi emoziono – racconta Alessandro Macchionne, titolare della pizzeria –. Per me è una soddisfazione grandissima perché sono riuscito ad aiutare quelle persone che troppo volte sono ai margini della società. Abbiamo constatato, invece, quanto siano una ricchezza oltre che per la società anche per l’economia del paese. Dream dimostra davvero che chi è ultimo per gli altri è invece fondamentale per lo sviluppo della società».