Evoluzione lavoro. E intano l'Ac conosce il tempo dell'abbraccio
Era il marzo 1999 quando l’allora direttore generale dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo), il cileno Juan Somavia, afferma che lo scopo principale di questa agenzia Onu è garantire che tutti gli uomini e le donne abbiano accesso a un lavoro produttivo, in condizioni di libertà, uguaglianza, sicurezza e dignità umana. Nasceva così l’idea di lavoro dignitoso (decent work) che si applica a tutte le categorie di lavoratori e si realizza attraverso quattro obiettivi strategici: creare opportunità di occupazione e remunerazione per tutti; garantire i principi e i diritti fondamentali nel lavoro (libera associazione, contrattazione collettiva, eliminazione del lavoro forzato e del lavoro minorile); rafforzare la protezione sociale; promuovere il tripartismo e il dialogo sociale.
Il dossier di Segno, Rivoluzione lavoro (n. 4/2024), racconta le trasformazioni sociali ed economiche che interessano, non da oggi, il mondo del lavoro. Parecchie di queste problematiche.
Dalle molteplici sfide del nostro tempo alla salvaguardia del Creato, dallo sviluppo umano integrale all’impegno contro le disuguaglianze economiche e sociali e a sostegno di una democrazia partecipata e inclusiva. Cosa l’Ac può offrire alla Chiesa e al Paese? Se ne è parlato al recente Convegno presidenti, assistenti unitari e delegazioni regionali che si è svolto a Sacrofano lo scorso 18-20 ottobre. È l’Ac dei cinque pani e dei due pesci quella che stiamo conoscendo in questo tempo, che è il tempo dell’abbraccio. Pace, democrazia, sviluppo integrale della persona e cura della casa comune, diritti umani e disuguaglianze: il presidente di Ac, Giuseppe Notarstefano, indica gli obiettivi del nuovo triennio associativo.
Segno, inoltre, presenta la figura dell’amministratore nazionale dell’associazione, che adesso è Luca Torcasio. Cosa significa tenere i conti “per bene” in associazione, ma anche stupirsi per un servizio che mette insieme generosità e competenza.
Viviamo tempi di guerra. E la pace? Ripartiamo dall’Onu, suggerisce Sandro Calvani. Ricostruire la credibilità dell’Onu, infatti, richiederà uno sforzo concertato da parte di tutti gli Stati membri. Solo così l’Onu potrà adempiere meglio al suo mandato di promuovere la pace, la sicurezza e lo sviluppo umano in tutto il mondo. E mentre dalla Terra Santa, luogo ancora di guerra, ci giunge una testimonianza diretta da parte di un giovane socio di Ac – «sento che non avrò mai pace finché non ci sarà pace per tutti. E sento che non ci sarà pace senza giustizia, e non ci sarà giustizia se non sarà per tutti» – con una Lettera ai cattolici del Medio Oriente papa Francesco ha voluto manifestare la sua vicinanza a un popolo martoriato e in cerca di pace.
Due approfondimenti ecclesiali. Uno sul Giubileo in arrivo, un anno importante da vivere intensamente per tutta la Chiesa. E “l’armonia” come frutto concreto del Sinodo appena conclusosi. Il metodo “orizzontale” adoperato al Sinodo infatti è il messaggio più forte che ci viene dato: ne parla il vaticanista del Tg2, Enzo Romeo. Infine, uno sguardo sui diritti dei minori affidato alla responsabile nazionale Acr, Annamaria Bongio.
Nelle Rubriche trovano spazio Alcide De Gasperi, il “costruttore”. È il titolo di un libro scritto dal giornalista Antonio Polito che ritrae in maniera approfondita la figura dello statista trentino. Il Vangelo ci verrà sempre in soccorso è il tema invece della rubrica Perché credere affidata questa volta a don Francesco Marrapodi. Comunicare la gioia dell’incontro di Gesù, guidati dalla novità dello Spirito in noi. Si tratta in definitiva di narrare la nostra fede con il linguaggio dell’ospitalità, capaci di far posto al primato di Dio e al primato dell’uomo. Per amare, infine, il «prossimo come te stesso».
La foto, infine, dell'ultima pagina - che mondo avremo nel 2025? - , ritrae, appunto, un mondo in difficoltà. Al quale però guardiamo noi tutti con speranza.