Un'informazione "altra", per non omologarsi all'esistente
In un momento storico il cui il “digitale” sembra aver avuto il sopravvento sulla carta stampata e le fake news occupare uno spazio nevralgico all’interno del mondo della comunicazione, ogni riflessione che porti a una riconsiderazione dell’informazione nell’era globale è vitale.
In questo senso, il direttore del Sir, Vincenzo Corrado, nel ricordare i trent’anni dalla nascita dell’Agenzia, ricorda come «sia ancora possibile un’informazione fatta con obiettività, rigore e verifica, da preferire sempre allo scoop solo apparentemente redditizio. Il sogno dei nostri padri fondatori trova, probabilmente, oggi la sua realizzazione massima. Proprio perché è il tempo presente a richiedere un’informazione altra, non piegata a tutti quei modelli riduttivi che, ogni giorno, selezionano, interpretano e divulgano le notizie».
C’è spazio ancora per la buona notizia? Riusciamo a non farci abbindolare dalle fake news? Papa Francesco, che già per la scorsa Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali ha proposto alcune vie di uscita rispetto a un’informazione che non informa ma incattivisce gli animi, attraverso un messaggio per i trent’anni del Sir, ha scritto: «siete stati fautori di comunione nell’informazione, sia ecclesiale sia socio-culturale. Continuate a esserlo!».
Il Sir, Agenzia d’informazione della Conferenza episcopale italiana, ha un notiziario quotidiano, riporta news sulla Santa Sede, sulla Chiesa Italiana, sulle diocesi, sull’Europa, sul Medio Oriente, sul mondo intero. Una visione “altra” rispetto a un’omologazione dell’informazione in cui siamo immersi ogni giorno.
«Trent’anni non sono pochi – ha concluso il papa – ma è questo il momento di pensare anche al futuro. Vi incoraggio a proseguire sempre sulla strada dell’innovazione, non trascurando però il vostro sguardo verso tutti i territori: italiani, europei, mediorientali, internazionali… Il territorio non è un semplice confine geografico, è qualcosa di più: indica l’esistenza delle persone che lo abitano. Sulla scia dei settimanali diocesani, fatevi voce di chi non ha voce. Continuate ad accendere i vostri fari informativi su tutte le periferie. Fatevi carico comunicativo delle storie che raccontate. Appassionatevi sempre di più alla verità. Siate custodi delle notizie».
Al messaggio del papa si è aggiunto anche quello del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Voce autorevole della Conferenza episcopale, il Sir – ha scritto Mattarella – con la sua attività, svolge una attenta e puntuale opera di raccordo con le diocesi italiane e, tramite la rete dei settimanali locali, interpreta il territorio nazionale in un’ottica peculiare. Un’opera che si allarga anche al resto dell’Europa e alle zone del mondo più remote ed escluse, favorendo il diritto all’espressione e alla conoscenza. Uno sforzo quotidiano che merita apprezzamento. L’irrobustimento delle voci espressive di identità e realtà rappresenta un servizio reso alla intera comunità della Repubblica: il pluralismo e la libertà delle opinioni sono condizioni imprescindibili per un Paese civile, come afferma la nostra Costituzione».